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 Notizie dalla Cava - anno 2003

Comunicati stampa del Comitato Spontaneo per la riapertura della Chiesa della Madonna della Cava

26 gennaio
Riapre la Chiesa della Madonna della Cava


19 maggio
Madonna della Cava - Cavajoli in festa

26 maggio
Madonna della Cava - cronaca di un successo (quasi) inatteso

20 luglio
Anche Orvieto ha il suo piccolo santuario mariano

30 agosto
Nozze di Diamante alla Cava



26 gennaio
Riapre la Chiesa della Madonna della Cava


Il prossimo 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, riaprirà al culto la Chiesa della Madonna della Cava, con una giornata di cerimonie religiose e festeggiamenti popolari nel rispetto della devozione della gente alla chiesa degli artigiani. Da segnalare che, dopo il recupero strutturale eseguito dalla Soprintendenza BAAAS dell'Umbria, la riapertura della chiesa della Madonna della Cava (inizialmente di Sant'Eligio), sarà possibile grazie ad una grande mobilitazione degli abitanti della via e di molti altri sostenitori orvietani, che hanno contribuito, stanno contribuendo e contribuiranno (i restauri di affreschi, decorazioni e tele saranno eseguiti nel corso del 2003) con il loro lavoro gratuito, con offerte e agevolazioni di vario tipo. La chiesa riaprirà quindi con lo spirito che la ha da sempre contraddistinta, il volontariato popolare, e con una novità: il passaggio dalla Parrocchia di San Giovanni a quella di San Giovenale, sotto la tutela del parroco Don Enrico Bartoccini.

Programma della iniziativa:
ore 11.00 riapertura al culto della Chiesa della Madonna della Cava (già di Sant'Eligio) e solenne messa "della Candelora" officiata dal Vescovo Diocesano S. E. Mons. Decio Lucio Grandoni
ore 16.00 S. Rosario e, a seguire, biscottata e musica lungo Via della Cava

notizia pubblicata da: Corriere dell'Umbria - La Nazione - Il Giornale dell'Umbria - Il Messaggero - RTUA Notizie - Tele Orvieto 39 - OrvietoSì - OrvietoNews - Il Centro Italia - Finesettimana.it


19 maggio
Madonna della Cava - Cavajoli in festa!

I prossimi 24 e 25 maggio riprenderà, dopo oltre vent'anni, la tradizione della processione della Madonna della Cava con i festeggiamenti popolari annessi.
Scopo essenziale della festa è manifestare la gioia di una tradizione ritrovata, e lo stesso programma ne è la conferma: è un quartiere che festeggia, aprendo le porte a chi vuole unirsi all'allegra comitiva, partecipando a giochi da baraccone da giostra ambulante o tentando la fortuna con la lotteria, o ancora assaggiando i semplici piatti della cucina povera orvietana. Abbiamo voluto rivisitare, senza troppe pretese e con una buona dose di autoironia, l'essenza cavajola, con la fisarmonica, le fave, il pecorino, la porchetta e altri elementi delle feste popolari di una volta, riducendo al minimo tutte le sovrastrutture. I premi della lotteria (divisi tra quelli "de 'na vorta" e quelli moderni) e il programma (redatto in due idiomi) testimoniano lo spirito goliardico degli organizzatori, che stanno facendo tutto senza prendersi troppo sul serio, e perfettamente coscienti di non essere direttori artistici dell'evento dell'anno, ma semplici strumenti di animazione per dar vita ad una cornice festosa alla processione.
Proprio riguardo alla processione, considerata la grandezza del quartiere e il forte attaccamento della gente alla Madonna della Cava, si è pensato di realizzare due percorsi differenti per gli anni pari e per gli anni dispari, privilegiano in maniera alternata i quartieri Olmo e Serancia. Quest'anno toccherà a quest'ultimo ospitare il corteo e concorrere per il migliore addobbo, mentre il prossimo anno saranno le vie di San Giovenale ad accogliere la statua della Madonna (approfittando anche della ricorrenza di maggio 2004, quando la chiesa di San Giovenale festeggerà i suoi primi mille anni).

Programma [in cavajolo]:
Sabbit'a ssera, comincianno da verso le see, pe' tutta la Cava ce sarà: da magnà e da beve, cor salato, 'r dolce, le fae, 'r pecorino nostrano e 'l vino bbono gioche pe' le fijie e pe' le grosse musica a volontà pe' ballà ma la piazzetta …e si volete stà a ceccia, portate la sieda da casa! La domenica, 'nvece, c'avremo: a le cinque e mezza de la sera 'l Rosario ma la chiesetta de la Cava ch'emo riaperto quest'anno, a le see la Messa, sempre ma la chiesetta de la Cava, e a la fine, verso le see e mezza, si Dio vole, arifamo, doppo n'se sa quant'anne, la Procissione co' la statua de la Madonna e co' tanto de banda, pe' la Cava, le Scalette, la via de le Fontane, le Fontane, la Cava vecchia, San Ludoico, la Loggia de le Mercante, la Commenna e 'n pezzetto de Cordone si c'ete la casa quelle parte, fate belle le finestre, le porte, le barcone, le vie e le vicole, che poe damo 'l premio ma quelle che ce piaciono di più a la fine de la procissione, che sarranno verso le otto, c'arifamo co': da magnà e da beve, cor salato, 'r dolce, le fae, 'l pecorino, 'l vino bbono e la porchetta offerta dall'artiggiane der posto, gioche pe' le fijie e pe' le grosse, musica a volontà pe' ballà ma la piazzetta e verso le diece tiramo pure su le nummere de la lotteria e damo l'premio ma le mejio addobbe …e si pure domenica volete sta' a ceccia, aripijiate la stessa sieda der giorn' avante!!!

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26 maggio
Madonna della Cava - cronaca di un successo (quasi) inatteso


Dopo una partenza piuttosto soft del sabato sera (ma a quanto pare di tutto rispetto, se paragonata alla partecipazione ad altre feste patronali del circondario che si sono svolte in contemporanea), è stato ieri che ci siamo resi conto che il nostro messaggio era stato recepito da molti.
Vedere Via della Cava piena di gente che assisteva, assiepata fuori della piccola chiesa, alle celebrazioni religiose ci ha riempito di gioia, come il pacifico assalto alle porchette offerte dagli artigiani e agli altri banchi in cui venivano distribuiti fave e pecorino, dolci e altre specialità. Ed è con vero piacere che abbiamo aperto le porte a tutti coloro che si sono voluti unire alla nostra gioia, partecipando ad animare una serata diversa ed entrando nello spirito di chi, come noi, ha voluto giocare, oltre che con fionde e barattoli, con qualche luogo comune sull'esser "cavajolo", con una buona dose di ironia, senza prendersi troppo sul serio…
Commovente, stando ai primi commenti del parroco, anche il lancio di bigliettini con invocazioni alla Madonna che gli abitanti di Via della Cava hanno lasciato cadere dalle finestre al passaggio della statua della Vergine.
Inaspettata anche la presenza di parecchie autorità locali. Insomma, in poche parole, …mesà che n'antr'anno ce rifamo!!!

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20 luglio
Anche Orvieto ha il suo piccolo santuario mariano


È successo per caso, durante la consueta pulizia della Sacrestia della Chiesa della Madonna della Cava, ad Orvieto, di ritrovare un documento di una ventina di anni fa, in cui si parla di questo tempietto barocco definendolo "Santuario Mariano".
Un simile epiteto sta a significare che il piccolo edificio sacro, già noto nel Medio Evo col nome di Sant'Eligio ed affidato fino al XVIII secolo alla Università dei Fabbri, è ritenuto "di particolare sacralità in quanto custodisce immagini miracolose" (Diz. Uso UTET). Il parroco ci spiega che i santuari mariani in Italia non sono molti, e che una chiesa si può definire tale solo dopo l'approvazione ecclesiastica, che deve valutare se veramente un edificio sacro sia "luogo di manifestazione o di presenza privilegiata del divino". "Anche se -aggiunge- io preferisco parlare di "Chiesa" come assemblea dei fedeli che si riunisce in preghiera più che come edificio".
Una piccola indagine presso i vecchi custodi della chiesina ci ha rivelato che la nomina a santuario, avvenuta alcuni decenni or sono, sarebbe stata conseguenza della constatazione da parte del Vescovo di allora della realizzazione di un non meglio identificato miracolo istantaneo.
Pur senza addentrarci in ambiti che esulano dalla ragione umana, non possiamo non notare la immane quantità di ex-voto e di doni per grazia ricevuta che affollano le vetrinette della chiesa, riaperta grazie al volontariato locale lo scorso 2 febbraio con una toccante celebrazione presieduta dal Vescovo diocesano Decio Lucio Grandoni. A testimonianza del forte attaccamento popolare alla Madonna della Cava, oltre alla costante affluenza alle celebrazioni del martedì pomeriggio, va segnalata una vera e propria gara di solidarietà per tentare di ricostruire a piccoli passi il prezioso corredo che la chiesa possedeva, e che una ventina d'anni di chiusura forzata e l'azione di qualche ladruncolo hanno drasticamente ridotto. Così il parroco si è visto recapitare casule e paramenti sacri, accompagnati da intenzioni di preghiera, e poi arredi e accessori da liturgia per ringraziare la Madonna per il conforto ricevuto, oltre a numerose richieste di celebrazioni di messe, rosari e litanie con le più disparate motivazioni. Sono stati donati anche alcuni rosari, ritrovati sulle mani della statua della Vergine, e un paio di bellissimi cuori in argento con il trigramma "PGR", che sta a significare "per grazia ricevuta".
E non sono mancate, in questi pochi mesi dalla riapertura, alcune affollate cerimonie: la solenne messa della Presentazione, la benedizione di San Biagio (al cui culto la chiesa è molto legata), la processione del mese di maggio, un matrimonio e anche delle nozze di diamante.
Il piccolo tempio barocco, oltre a suscitare l'interesse dei turisti che visitano il quartiere medievale, non manca di attrarre quotidianamente fedeli che recano offerte, fiori e ceri alla Madonna, e che spesso sostano in preghiera per parecchi minuti. Insomma, a detta degli abitanti della zona e dei clavigeri, parrebbe proprio che, dopo il risveglio dall'Era dell'Acquario e la miscellanea spiritual-consumistica della New Age, si stia riscoprendo il valore e il conforto di una vecchia e semplice "Ave Maria".

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30 agosto
Nozze di Diamante alla Cava


Domenica 31 agosto festa grande nel quartiere medievale: una simpatica coppia di nonnetti festeggia il sessantesimo anniversario di matrimonio.
La sposa è la settantaseienne Averina Gambelli, che tutti chiamano semplicemente Vera, conosciuta per la grande dedizione al lavoro e alla famiglia e per il costante impegno profuso per animare la vita del quartiere, partecipando attivamente all'organizzazione e all'allestimento di feste e manifestazioni.
Lui, invece, è Crispino Morelli, meglio noto come "Pino il carrettiere". Era questo, infatti, il mestiere che ha accompagnato gran parte della vita del novantunenne sposo, ancora arzillo e sempre pronto alla battuta. È lui il più anziano dei "cavajoli D.O.C:", che ogni mattina alle sette e mezza faceva risuonare i cerchi delle ruote del suo carretto lungo i gradoni di Via della Cava; e la gente capiva che era ora di alzarsi.
È un enorme bagaglio di ricordi e di esperienze quello che i coniugi Morelli portano all'altare della piccola Chiesa della Madonna della Cava, dove Don Enrico Bartoccini celebrerà una speciale messa per le nozze di diamante, durante la quale Averina e Crispino saranno chiamati a rinnovare le promesse del matrimonio. Ed è ricchissimo il patrimonio di cui è depositario lo sposo, rimasto l'ultimo a parlare il vero dialetto orvietano, con le parole mezze biascicate e le finali quasi cantate, con le vocali talmente indefinite da non trovare corrispettivi in nessun alfabeto fonetico.
"Non si discute: la Vera e Pino sono un mito!" ci dice un loro vicino di casa, che aggiunge "Per questo noi di Via della Cava ci siamo mobilitati per trasformare questa giornata in una festa per la nostra piccola comunità, ma non diciamo a nessuno che cosa abbiamo in mente, dato che si tratterà di una sorpresa, o meglio, di più di una. Non sanno nulla nemmeno i due figli e le due belle nipoti degli sposi". E, conoscendo la goliardia dei soggetti, c'è da scommettere che questi vicini abbiano in mente anche qualche piccola follia.

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I comunicati stampa delle iniziative del Pozzo della Cava sono disponibili al sito www.pozzodellacava.it/press